
La tecnologia corre, e anche il mestiere di europrogettista sta cambiando. Ma è proprio questo il bello: possiamo cavalcare l’onda, sperimentare, migliorarci. E magari — perché no — divertirci anche un po’, scoprendo quanto l’intelligenza artificiale per l’europrogettazione possa diventare una preziosa alleata nel nostro lavoro di tutti i giorni. Lo scorso febbraio – sì, anche con un pizzico di entusiasmo geek – ho pubblicato il primo libro in Italia sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per scrivere progetti europei (disponibile su Amazon). Un testo nato dalla mia esperienza, maturata in oltre trent’anni a Bruxelles, e dal bisogno di offrire una guida pratica e sperimentale a chi lavora ogni giorno con bandi e programmi di finanziamento europei.
Chi lavora con i finanziamenti europei lo sa bene: le regole cambiano, i linguaggi si aggiornano, i tempi si accorciano (e le deadline sembrano sempre più vicine del previsto!). I programmi come Horizon Europe, Erasmus+, LIFE e molti altri richiedono oggi una capacità progettuale che unisca creatività, rigore metodologico e rapidità operativa.
Per capire fino in fondo cosa l’AI può offrire alla progettazione europea, ho condotto un esperimento concreto: ho testato sei piattaforme (ChatGPT, Gemini, Copilot, Claude, Perplexity e Notebook LM) su un bando europeo reale. Niente simulazioni accademiche, ma una vera prova sul campo. I risultati, che racconto nel libro, mostrano come l’IA può essere un supporto per la scrittura intelligente dei progetti europei, ma non sostituisce la visione strategica, l’intuizione e la sensibilità politica di un progettista esperto. Del resto, l’IA scrive pure progetti su giovani unicorni che cavalcano dinosauri su Marte, dichiarando che sono perfettamente in linea con i bandi della Commissione.
L’intelligenza artificiale dunque, se usata con senso critico, aiuta a ridurre tempi, ottimizzare risorse e generare nuove idee. Ma al centro resta sempre la figura dell’europrogettista: capace di leggere tra le righe di un bando, interpretare le priorità dei programmi e trasformare le esigenze dei territori in proposte credibili e finanziabili. Mentre nuove pubblicazioni iniziano ad affacciarsi sul tema dell’intelligenza artificiale e progettazione europea, spesso con taglio teorico o accademico, io ho scelto un approccio diverso: partire dal lavoro vero, quotidiano, con i piedi per terra (e magari la testa tra le nuvole… europee).
La tecnologia cambia. Il nostro mestiere anche. Con curiosità, visione e un pizzico di ironia, possiamo non solo affrontare il cambiamento — ma anche divertirci nel farlo.